E’ sera.
Pensavo che mi manca scorrazzare in moto con Stefano in giro per il mondo, che mi mancano i saluti dei bambini ai nostri passaggi in terre sconosciute e immerse nel verde, per non parlare dei passaggi nei guadi pericolosi avventurosi ma adrenalinici che ci riempivano la vita di vita.
L’aria frizzantina di Leh, le strade polverose e piene di pietre da tenere il fiato sospeso e tutti i muscoli in tensione, le urla quando si riuscivano a raggiungere le vette più alte, le grida ai buoi mucche capre asini e cavalli che sempre invadevano le strade e ritardavano i nostri arrivi.
I piatti di pasta sognati nel Pamir quando il cibo scarseggiava e le uniche cose da masticare erano barrette di cioccolato, i silenzi stupendi tra vette innevate, le curve notturne illuminate, poco, da luna e stelle. Il suono della moto.
Il viaggio che ti prende così tanto che quando finisce ti manca da morire, lo sogni, quello difficile da raccontare perchè ogni giornata è stata un viaggio pieno zeppo di novità persone avvenimenti.
Questi luoghi, luoghi dell’anima.